Articolo della Promolegno sulla durata delle case in legno

Articolo dalla Promolegno su “Servizio di informazione tecnica” E’ possibile quantificare la durata nel tempo di una struttura portante di una casa in legno?
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Risposta team esperti (Ing. Roberto Tomasi)(Ing. Andrea Bernasconi):
La vita dell’edificio con struttura di legno puo essere »progettata«, così come si possono progettare altri aspetti di un edificio (impianti, struttura, architettura).
Al fine di garantire una certa durata di vita di una struttura di legno occorre accompagnare o sostituire eventuali trattamenti sugli elementi (non sempre necessari in realtà ) con un concetto, piö moderno ed efficace, di durabilità di tipo »costruttivo«, che consiste in una corretta concezione della costruzione atta ad evitare le condizioni favorevoli al degrado.
Per esempio nel caso di elementi non direttamente esposte alle intemperie, di regola il degrado biologico è escluso per definizione, in quanto non possono instaurarsi le condizioni di temperatura ed umidità del legno favorevoli all’innesco dello stesso. In una costruzione moderna di legno, in cui le pareti sono realizzate con struttura a telaio di legno oppure con struttura in massiccio, questi elementi strutturali sono protetti dalle finiture esterne dell’edificio che ne garantiscono la protezione dagli agenti atmosferici e quindi l’instaurarsi delle condizioni che determinano il degrado biologico. Si deve tuttavia garantire un progetto adeguato del pacchetto costruttivo con stratigrafie »aperte« alla diffusione del vapore, in modo tale da evitare la formazione di condensa all’interno delle pareti (anche se, come evidenziato in altre riposte pubblicate nel campo »fisica tecnica«, la minore incidenza dei ponti termici nelle strutture legno evita di per sè fenomeni di condensa legati a questo problema, come per esempio si osserva per gli edifici in muratura o in cemento armato nel caso degli spigoli oppure nel caso dei balconi).
Nelle travi poste all’interno della struttura, come quelle di un solaio o di una copertura, poste all’interno di un ambiente abitabile, di regola il degradamento del materiale è un rischio molto remoto. Anche nel caso di travi od elementi posti all’esterno, ma non direttamente esposti alle intemperie, in genere non si assiste a fenomeni di degradamento biologico, ma, eventualmente, a fenomeni di invecchiamento superficiale che possono essere limitati da trattamenti superficiali. In questo caso tuttavia è importante garantire che non vi sia, effettivamente, una esposizione diretta, tramite accorgimenti di tipo costruttivo.
Anche nei casi di elementi direttamente esposti alle intemperie, e quindi soggetti al naturale degradamento, la durabilità puo essere »progettata«, tramite accorgimenti di tipo costruttivo, come elementi protettivi anche di legno (destinati ad essere sostituiti dopo un certo numero di anni).
In conclusione si puo affermare che ogni edificio, qualsiasi sia il materiale utilizzato, presenta fenomeni di degrado nel tempo, e deve essere soggetto a manutenzioni ad intervalli piö o meno lunghi. Di esempi, buoni e cattivi, ne esistono a sufficienza e concernono tutti i materiali da costruzione. Le tecniche e le tecnologie per progettare e costruire edifici (di legno, ma anche di muratura o altri materiali) sono disponibili; facendone uso in modo corretto e procedendo agli eventuali interventi di manutenzione previsti in modo altrettanto corretto, la durata nel tempo di una struttura portante di una casa non sarà diversa in funzione del materiale usato.
Il confronto diretto dei due materiali (legno e muratura) e delle rispettive forme di degrado richiederebbe un approccio ed un approfondimento diversi, in quanto stiamo confrontando un materiale di origine biologica come il legno, soggetto naturalmente ad un processo di degrado, con un materiale come la muratura ricavato artificialmente da elementi di origine minerale, anch’esso soggetto a fenomeni di degrado se impiegato in modo scorretto.
L’esperienza insegna che edifici di legno anche molto antichi e bene progettati si sono conservati intatti fino a noi con modesti interventi di manutenzione, mentre opere moderne realizzate con altri materiali hanno mostrato durabilità inferiore: questo non vuol dire costruire un assioma assoluto in dipendenza del materiale utilizzato, ma conferma che la durata di vita è un parametro che puo essere correttamente previsto e valutato in sede di progettazione di un edificio. Nel caso di strutture di legno questa durata puo essere valutata nell’ordine di molte decine di anni (e oltre), a condizione che il progetto abbia preso in considerazione anche gli aspetti della durabilità ; sembra superfluo aggiungere in questo contesto che tale aspetto è un elemento essenziale di ogni progetto – di legno o di un altro materiale. È evidente – e non è una caratteristica specifica degli edifici di legno – che il »progetto« di per sé non è sufficiente, ma deve essere accompagnato anche da una esecuzione accurata dello stesso, e da successivi controlli ed eventuali interventi di manutenzione. Di solito si afferma – e l’affermazione puo essere sottoscritta – che se dopo 3-5 anni in un edificio di legno non si manifestano problemi importanti di durabilità , la durata prevista dell’edifico potrà essere raggiunta senza problemi.
Una precisa disamina del concetto di progettazione e verifica della protezione costruttiva dagli agenti del degrado, a cura dell`ing. Andrea Bernasconi, si puo trovare nel capitolo 6 del manuale »Piazza M., Tomasi R., Modena R. (2005), Strutture in legno – Materiale, calcolo e progetto secondo le nuove normative europee, Ulrico Hoepli Editore, Milano«.
Case in legno: autorizzazioni, permessi e documentazioni

Case prefabbricate in legno: autorizzazioni, permessi e documentazione necessaria per non incorrere in sanzioni
Nelle pratiche di costruzione di una casa prefabbricata in legno spesso si stenta a capire quale documentazione e autorizzazioni richiedere: molti sostengono che non via sia bisogno di permessi in quanto questa tipologia di casa non è una vera abitazione, ma non è affatto così.
Nelle pratiche della realizzazione e costruzione di una casa prefabbricata in legno spesso si stenta a capire quali siano la documentazione e le autorizzazioni da presentare in quanto molti sono concordi nel sostenere che non vi sia bisogno di pratiche burocratiche in quanto questa tipologia di casa non è una vera abitazione, ma non è affatto così.
In realtà, costruire una casa prefabbricata in legno non è di molto dissimile dalla costruzione di un’abitazione in muratura in quanto le pratiche da gestire sono le stesse. Per la costruzione di un’abitazione tradizionale sono necessarie delle autorizzazioni, delle concessioni edilizie e un terreno edificabile e allo stesso modo sono necessari all’utente che si avvia alla costruzione di una casa prefabbricata in legno.
Non è assolutamente vero che ottenere le autorizzazioni necessarie per costruire una casa prefabbricata in legno è più difficile rispetto alla documentazione necessaria per la realizzazione di una casa standard: una casa prefabbricata in legno è una struttura abitativa a tutti gli effetti per cui soggetta ai regolamenti per la realizzazione di strutture abitative. Il motivo della tempistica e della richiesta di numerose pratiche è intrinseco a questa caratteristica: le case prefabbricate in legno sono montate su platea o su scantinato realizzato in cemento armato, diventando delle strutture permanenti con durata pari alle abitazioni tradizionali in muratura. Come procedere: scelta di un tecnico abilitato
Detto questo, è bene dire che il progetto di realizzazione di una casa prefabbricata in legno deve essere avviato e seguito da un tecnico abilitato come architetto, geometra o ingegnere, il quale deve necessariamente ricoprire il ruolo di direttore dei lavori della vostra abitazione, diventando soggetto responsabile.
In seguito, sono necessarie ulteriori figure professionali che si occuperanno:
indagine geologica del terreno edificabile;
sicurezza del cantiere;
il progetto dei sistemi di riscaldamento, l’impianto idraulico ed elettrico.
A chi richiedere il permesso di costruzione della casa prefabbricata in legno
Il permesso e l’autorizzazione di costruzione è concesso dall’amministrazione comunale: il processo è differente di comune in comune, ma è lo stesso progettista a preparare la documentazione tecnica necessaria e presentarla nella tempistica richiesta.
Da chi viene esaminato il progetto della casa prefabbricata in legno?
Il progetto della vostra casa prefabbricata in legno viene esaminato da una Commissione Edilizia o da un’istruttoria interna.
Se il terreno o il territorio di costruzione della casa prefabbricata in legno è soggetto a vincoli storico-paesaggistici o ambientali è possibile che venga richiesto il parere preventivo della Soprintendenza ai Beni Ambientali.
E’ possibile anche che, in base a dei regolamenti comunali, sia necessaria solo la presentazione del documento D.I.A. (dichiarazione di inizio attività). Basti pensare che le case prefabbricate in legno che presentano nella progettazione un intervento a cappotto esterno intonacato hanno maggiori possibilità di ottenere i permessi e le autorizzazioni necessarie in quanto rivestono i requisiti ottimali per la maggiore efficienza energetica dell’edificio
I regolamenti comunali per le case prefabbricate in legno Alcuni comuni per l’ottenimento delle autorizzazioni di costruzione di una casa prefabbricata in legno dispongono che le abitazioni vengano realizzate con tecnologie costruttive tipiche della zona e previste dal regolamento edilizio come:
utilizzo di pluviali in rame;
installazione di coppi in laterizio sul tetto e di gronde rivestite;
costruzione di balconi di foggia tipica,
rivestimenti in pietra.
Per ricapitolare: documentazioni e autorizzazioni richieste
Per la realizzazione di una casa prefabbricata in legno, in Italia è previsto produrre e consegnare una documentazione per la realizzazione della vostra casa prefabbricata in legno:
una relazione geologica sui parametri fisico-chimici del terreno in cui verrà costruita l’abitazione;
depositare il progetto al genio civile nel comune di pertinenza;
il rispetto delle norme di zona e le direttive di sicurezza sui cantieri in base al Testo Unico 81/08, con la redazione di vari piani generali ed operativi;
ottenimento della concessione edilizia (D.I.A. o Permesso di Costruire);
comunicazione all’Amministrazione dell’Inizio e Fine dei lavori di costruzione;
individuazione delle figure responsabili del progetto di costruzione della casa prefabbricata in legno
Tabella informativa: documenti da presentare per ottenere le autorizzazioni
Osserva anche la seguente tabella che ricapitola i documenti da presentare per ottenere i permessi e le autorizzazioni necessarie alla costruzione di una casa prefabbricata in legno:
Casa prefabbricata in legno
Documenti da presentare per la costruzione
relazione geologica del territorio di costruzione
redazione di piani generali e operativi per la sicurezza nel cantiere
concessione edilizia o D.I.A
comunicazione all’Amministrazione dell’Inizio e Fine dei lavori
individuare figure responsabili del progetto
deposito del progetto al Genio Civile
Come ottengo l’autorizzazione per costruire una casa prefabbricata in legno sul mio terreno agricolo?
Non è possibile costruire una casa prefabbricata in legno su un terreno agricolo, similmente al divieto di costruire un’abitazione in muratura in quella tipologia di terreno.
Documentazione richiesta per la realizzazione di una casa prefabbricata in legno in zona sismica
Per la realizzazione di una casa prefabbricata in legno in zona sismica dotata anche di sovra-elevazioni è necessario presentare:
una relazione di verifica sismica dell’intero edificio;
valutare e studiare i regolamenti comunali.
Documentazione richiesta per allaccio Enel nella casa prefabbricata in legno
In una casa prefabbricata in legno è necessario installare la rete elettrica, per il quale intervento sono necessari:
il progetto dell’abitazione;
la concessione edilizia;
Documentazione richiesta per la realizzazione di una casa prefabbricata in legno in aree demaniali
E’ possibile realizzare una casa prefabbricata in legno in zone demaniali, in terreni collocati entro 30 metri da un confine di area demaniale, presentando:
progetto dell’abitazione e concessione edilizia;
autorizzazione da richiedere alla capitaneria di porto della zona di pertinenza.
Articolo disponibile in rete
Autore
Dott.ssa Maria Francesca Massa